Sir John de Sitsylt - Cavalieri Medievali

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Sir John de Sitsylt

Cavalieri 46 - 50
Sir John de Sitsylt



La gravità delle sconfitte francesi di Crécy (1346) - dove Filippo VI, ferito, fu costretto a fuggire dal campo di battaglia su cui giaceva il fior fiore della sua orgogliosa cavalleria - e di Poitiers (1356) - con la nobiltà in preda al panico e la cattura di Giovanni II il Buono - è tanto più sconcertante se si pensa che sul piano militare i Francesi godevano di una schiacciante superiorità numerica, derivante dal vantaggio di avere un territorio tre volte più vasto e una popolazione quattro volte più numerosa. La superiorità degli Inglesi era dovuta a un insieme di fattori: il rigido inquadramento delle truppe comandate da ufficiali molto esperti; la rigorosa disciplina che veniva osservata; l'estrema mobilità degli hobelars, la loro cavalleria leggera; la disponibilità dei cavalieri a combattere anche appiedati come lancieri e, infine, il vantaggio tecnico costituito dall'impiego del long bow, il grande arco gallese pratico e veloce con cui, nel tempo occorrente a un balestriere per ricaricare l'arma, un arciere riusciva a scagliare sei frecce. Il long bow era efficace sia per la precisione del tiro sia per il panico che la fitta pioggia di frecce provocava tra i nemici; ad accrescere il terrore c'era poi il rombo delle bombarde, che a Crécy apparvero per la prima volta sul suolo francese. L'azione coordinata e complementare di cavalieri, fanti e arcieri all'interno di un comune dispositivo tattico si rivelò decisiva. I re di Francia sentirono l'esigenza di correre ai ripari, introducendo nell'esercito gli hommes de cheval, oltre ad arcieri e fanti ben addestrati, e aumentando la disciplina delle truppe.

 
 
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