Cavaliere di Alcantàra - Cavalieri Medievali

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Cavaliere di Alcantàra

Cavalieri 31 - 35
Cavaliere dell'Ordine di Alcàntara



Nel 1096, quando si metteva in movimento la prima crociata, i piccoli regni cristiani di Spagna, talvolta aiutati da cavalieri venuti dalla Francia, erano impegnati da tempo nella riconquista dei territori della penisola occupati dagli arabi. Trent'anni prima dell'appello di Urbano II per la crociata in Oriente, Alessandro II aveva incoraggiato gli uomini d'arme a cercare redenzione dai peccati combattendo i mori di Spagna e liberando le vie del pellegrinaggio verso Santiago de Compostela e aveva in tal modo dato il via alle 'precrociate' - come sono state chiamate - in terra iberica. Il parallelismo tra crociata in Terra Santa e reconquista si accentuò quando Templari e Ospitalieri, ricevendo in donazione castelli ubicati lungo la frontiera, si insediarono nella penisola iberica. Nel 1131, il re d'Aragona Alfonso I il Battagliero, che non aveva eredi diretti (suo fratello Ramiro era monaco), redasse un testamento (confermato nel 1134) in cui lasciava in eredità il suo regno al Tempio, all'Ospedale e al Santo Sepolcro. Il documento si rivelò una inaspettata e abile mossa politica. Il Papa, infatti, era desideroso di assegnare il regno di Aragona al re di Castiglia, ma l'esecuzione del testamento lasciava il tempo di far uscire Ramiro dal convento e di proclamarlo re, come in effetti avvenne; così, il testamento non fu applicato ma gli ordini della Terra Santa vennero comunque ricompensati e assicurarono il loro impegno nella reconquista. Più o meno in quegli stessi anni, il trovatore provenzale Marcabruno esortava i cavalieri a intervenire nell'impresa spagnola e nel cosiddetto Canto del Lavador stabiliva un parallelo esplicito tra Terra Santa e Spagna, due 'lavatoi' in cui i cavalieri potevano, appunto, lavare i propri peccati.

 
 
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