Cavaliere Crociato - Cavalieri Medievali

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Cavaliere Crociato

Cavalieri 6 - 10
Cavaliere Crociato



Dopo la schiacciante vittoria sui Bizantini ottenuta nel 1071 a Manzikert, in Armenia, i Turchi selgiuchidi penetrarono nella penisola anatolica, susci­tando grande impressione e allarme in tutto il mondo cristiano. In primo luogo a Costantinopoli, dove i Turchi erano considerati barbari insensibili a ogni barlume di civiltà, e in secondo luogo in Occidente, dove con la possibile caduta dell'Impero bizantino si temeva di rimanere stretti nella morsa musulmana. Il basi­leus Alessio I Comneno (che pure non aveva disdegnato l'aiuto di mercenari turchi quando era salito al trono nel 1081) si propose di scongiura­re le minaccia turca e, chiedendo aiuto all'Occidente cristia­no, di organizzare una campagna militare in Anatolia (per rendere tra l'altro di nuovo percorribili i tradizionali itinerari dei pellegrini che si recavano in Terra San­ta). Prese allora contatto con il Papa, nonostante i rapporti tra Costantinopoli e Roma fossero molto problematici dal 1054, quando in seguito alla sco­munica papale del patriarca Michele Cerulario si era consumato lo scisma d'Oriente. Urbano II tut­tavia accolse le istanze bizantine e, in margine al concilio convocato a Clermont-Ferrand nel novem­bre 1095, lanciò un appello per una guerra santa in favore dei cristiani d'Oriente, con la promessa che ai partecipanti (cui veniva assegnato come simbolo la croce e detti perciò cruce signati) sa­rebbe stato rimesso ogni peccato. Il pontefice esortò i vescovi a provvedere che nelle chiese venissero pre­dicate la necessità e l'urgenza di questa impresa, ma i migliori risultati furono forse ottenuti da predicatori iti­neranti, tra cui divenne famoso il monaco francese Pie­tro d'Amiens, detto 'l'Eremita', talmente convinto di es­sere a conoscenza dei disegni divini da prendere qua­si a suo motto l'affermazione Deus le volt.

 
 
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